martedì 10 maggio 2016

La Sicilia e il suo cuore, Chi nicchi e nacchi a Ribera

Chi nicchi e nacchi sarà presentato anche a Ribera su iniziativa dell’Assessorato al Turismo, allo Spettacolo e alle Politiche Giovanili. L’appuntamento è per sabato, 14 maggio 2016, con inizio alle ore 18, nella Villa comunale.
Sarà una presentazione-spettacolo dal titolo “La Sicilia e il suo cuore: i cunti, i canti, la lingua dei padri”, con brani recitati e musica.
Interverranno l’assessore Cristina Cortese che introdurrà l’incontro, il giornalista Totò Castelli che dialogherà con l’autore, il cantautore Ezio Noto che canterà alcune delle sue canzoni dedicate alla Sicilia. Raimondo Moncada darà voce e vita ad alcuni brani contenuti nel libro, assieme a Lucia Alessi.  

Chi nicchi e nacchi è uscito nell’estate del 2015. Ad aprile 2016, è stata pubblicata la seconda edizione con un saggio sulla lingua siciliana di Tonina Rampello, presidente dell’Accademia Teatrale di Sicilia . Il libro raccoglie cunti, canti, giochi che Raimondo Moncada ha scritto “orgogliosamente” nella lingua dei padri: il siciliano.


Sono testi nati durante l’esperienza maturata da Raimondo Moncada nel gruppo teatrale “L’Officina” prima, e “Accademia Teatrale di Sicilia poi, compagnie dirette dal regista Enzo Alessi. Molti dei testi, originali, frutto della fantasia dell’autore, sono stati recitati o cantati in pubblici spettacoli (sono anche proposti nel concerto “Madreterra” con Ezio Noto e i Disiu). Altri testi sono una divertita rielaborazione di storie e leggende di Sicilia, tratte dalla ricca tradizione popolare.  


domenica 17 aprile 2016

A Raffadali la Sicilia di Chi nicchi e nacchi

È un ritorno alle origini. Nel luogo dove tutto è nato. Il “libro del cuore” di Raimondo Moncada, Chi nicchi e nacchi, scritto interamente in siciliano, sarà presentato a Raffadali su iniziativa dell’assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione Luigi Costanza. L’appuntamento è per venerdì, 22 aprile 2016, con inizio alle ore 18, nell’auditorium della biblioteca comunale. L’incontro sarà coordinato da Enzo Alessi. Interverranno lo stesso assessore Costanza, il direttore di Malgrado Tutto Egidio Terrana e il poeta Enzo Argento.

Sarà presente l’autore che, con Lucia Alessi, darà voce e vita ad alcuni brani contenuti nel libro.

locandina raffadaliChi nicchi e nacchi è uscito nell’estate del 2015 (“un regalo personale”, lo ha definito l’autore). Ad aprile 2016 la seconda edizione con un saggio sulla lingua siciliana di Tonina Rampello. Il libro raccoglie cunti e canti che Raimondo Moncada ha scritto “orgogliosamente” nella sua lingua madre, il siciliano, lingua con la quale è nato ed è cresciuto, lingua parlata in famiglia (a cui il libro è dedicato) prima di incontrare e praticare la sua seconda lingua, l’italiano, alle scuole dell’obbligo.

Sono cunti e canti scritti – sempre con quell’ironia e leggerezza che contraddistingue l’autore – per essere “cuntati e cantati”.

Sono nati proprio a Raffadali,durante l’esperienza maturata da Raimondo Moncada nel gruppo teatrale “L’Officina” prima, e “Accademia Teatrale di Sicilia poi, diretti da Enzo Alessi. Una scuola di vita, di teatro, di creatività, di cultura, di scrittura. Molti dei testi, originali, frutto della fantasia dell’autore, sono stati recitati o cantati in pubblici spettacoli (“Garibaldi e i milli spirtuna”, “L’emancipazioni”, “Libertà”…). Altri testi sono una divertita rielaborazione di storie e leggende tratte dalla ricca tradizione popolare.

Un libro che afferma il valore di un idioma, che “dà pubblica dignità ed espressione artistica all’originaria lingua dell’anima, vissuta non come povertà, ma come fiero arricchimento”.

Tratto da www.malgradotuttoweb.it 

martedì 12 aprile 2016

Chi nicchi e nacchi, seconda edizione con un saggio sul siciliano

Un saggio sulla lingua siciliana di Tonina Rampello arricchisce la seconda edizione di Chi nicchi e nacchi, “libro del cuore” di Raimondo Moncada. Un omaggio alla terra natia. Un breve, ma denso e colto saggio a chiusura del libro, che dà un senso alla scelta dell’autore di pubblicare cunti e canti scritti nella lingua madre.   

Tonina Rampello ha vissuto la crescita artistica di Raimondo. Hanno recitato assieme, in Sicilia e fuori Sicilia, in italiano e in siciliano. Raimondo ha avuto pure l’onore e il piacere di dirigerla nel cortometraggio “Babbaluci”.

Oltre a essere apprezzatissima attrice, Tonina Rampello è studiosa, ricercatrice di tradizioni popolari, critico letterario. Ha pubblicato con Enzo Alessi il libro Memoria e con Lucia Alessi Lamentu. Ha recitato per tanti anni col Gruppo Teatro l'Officina ed è stata diretta, tra gli altri, dai registi Andrea Camilleri, Pino Passalacqua, Ruggero Jacobbi, Enzo Alessi. È stata insignita di prestigiosi premi in rassegne teatrali nazionali (migliore attrice a Macerata negli anni Novanta). Presidente dell'Accademia Teatrale di Sicilia, con Enzo Alessi è anima del premio nazionale letterario dedicato al poeta Alessio di Giovanni, con due sezioni del concorso dedicate a poeti e scrittori che amano esprimersi in siciliano.

Così Tonina Rampello esordisce nel suo breve saggio dal titolo "Storia della nostra lingua siciliana":

“Nel leggere l’incipit di Chi nicchi e nacchi, “La mia lingua, la mia vita”, Raimondo apre lo scrigno dei suoi ricordi, regalandoci “cunti, canti, giochi, poesie…” in siciliano, lingua affascinante e “misteriosa” (per i giovani).
L’autore fa un viaggio a ritroso, confessa come la sua “lingua dell’anima” lo ha forgiato dandogli coraggio, coerenza, umiltà, disillusione, rispetto, tolleranza, comprensione, amore e libertà d’espressione. E mi sovviene Platone che, nel Timeo, racconta di quando uno degli uomini più saggi di tutta la Grecia, Solone, visitò l’Egitto e un vecchio sacerdote gli disse che i greci erano come i bambini, perché non possedevano tradizioni antiche o insegnanti “canuti per l’età”. Per questo motivo i re egiziani nel III secolo a.C. ordinarono che ogni libro esistente nel mondo conosciuto, venisse collocato nella grande biblioteca d’Alessandria.
Diodoro Siculo narra che le biblioteche dell’antico Egitto recavano scritte, sopra l’ingresso, queste parole: “Clinica dell’anima”.
Nel raccontare i suoi “cunti e canti”, Raimondo si serve della lingua dei padri, concorde con Goethe che “all’uomo dà gioia e soddisfazione ricercare ciò che è perduto, ricostruire quel che è distrutto e far rivivere le cose disperse”.
Con questo spirito traccerò una “linea guida” della “lingua siciliana” e dei suoi autori, dalle origini ai nostri giorni, per invogliare i giovani ad amarla e praticarla”.

sabato 2 aprile 2016

Chi nicchi e nacchi in una classifica dei libri più venduti

Chi nicchi e nacchi, l’ultima opera di Raimondo Moncada, balza ai primi posti delle classifiche dei libri più venduti in Italia negli ultimi decenni. Supera Il ladro di Mottini di Andrea Camilleri, Il pendolo di fuoco di Umberto Eco, Il giorno della Sirenetta di Leonardo Sciascia, Tre metri sotto il mare di Federico Moccia, La pistacchiosa di Simonetta Agnello Hornby, Ora ti faccio ridere di Stephen King, Io mi spavento di Nicolò Ammaniti, Ascella di Oriana Fallaci, Il gattino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, L’otite di Vladimir Nabokov, L’uomo, la bestia e la tv di Luigi Pirandello.
Chi nicchi e nacchi – secondo i dati rilevati il 1° aprile dalla Liber Librera – si trova avanti anche a Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca) dello stesso autore.

Iliubo 
Pubblicato l'1 aprile sul blog www.iliubo.blogspot.it 




lunedì 18 gennaio 2016

Leonardo Sciascia, la bianca campagna e la nera semenza

La Sicilia te la porti dentro. Sempre. Anche quando non respiri più la sua aria. Ti rimangono dentro la sua anima, la sua cultura, il suo linguaggio, la sua antica saggezza, i suoi modi di dire. Leonardo Sciascia nel libro La Sicilia come metafora (intervista di Marcelle Padovani, Mondadori Editore), parla in lungo e in largo della sua terra, delle sue opere, dei suoi maestri, dei suoi legami. C’è un passaggio in cui Leonardo Sciascia parla della scrittura menzionando l’antico detto “Bianca campagna, niura simenza, l’omu chi la fa sempri la penza”:  

“Amo ricordare un indovinello che dice; "Bianca campagna, nera semenza, l'uomo che la fa sempre la pensa". La "bianca campagna" è il foglio di carta, la "nera semenza" la scrittura, "l'uomo che la fa" chi scrive e che deve sempre star sul chi vive pensando a quel che scrive, a quel che ha scritto.
Si tratta di un indovinello della mia regione il cui vero messaggio è in realtà questo: la scrittura è importante per chi sa farla, ancora di più per chi non la sa fare, non la sa vedere, non la sa leggere”.


Il “cupolone di Palermo”, nel siciliano da salvare di Lino Buscemi

“Se non si corre ai ripari, la lingua siciliana si avvia, come tutte le umane cose, verso un progressivo ed inevitabile declino”. È quanto scrive lo scrittore, editorialista, umorista siciliano, Lino Buscemi in un pezzo uscito sul giornale La Repubblica dal titolo “
Il Cupolone di Palermo che compare negli antichi detti”. Un nuovo grido d’allarme per salvare il salvabile, per non fare estinguere una lingua e non un semplice dialetto.   

“Le più recenti statistiche – scrive Lino Buscemi – si incaricano di "certificare" che la percentuale degli abitanti dell'Isola che sempre meno parla alla maniera di Antonio Veneziano, Micio Tempio, Giovanni Meli o di Vincenzo Mortillaro, aumenta a dismisura”.
Però, aggiunge Buscemi, “capita ogni tanto di ascoltare ‘detti’, in un siciliano davvero unico, che chiamano in causa anche luoghi o personaggi un tempo esistenti e di cui oggi non c'è più traccia o ricordo. Chi si ostina, coraggiosamente, a proferire parole in siciliano (con le inevitabili inflessioni delle parlate delle provincie di provenienza) arricchite di riferimenti arcaici ed oscuri? Quasi esclusivamente sparuti anziani in età avanzata”.
E Lino Buscemi riporta un colorito detto pronunciato in un bar di Palermo da un vecchietto: “Avia ragiuni me nannu: sta matina ci l'aiu quantu u cupuluni ri San Giulianu”.

A quale cupola si riferisce?

Per avere la risposta, questo è il LINK del “Cupolone di Palermo” di Lino Buscemi  


* Lino Buscemi è autore di Sconosciuti e dimenticati e con Antonio Di Stefano Signor giudice, mi sento tra l'anguria e il martello (Navarra Editore) 

lunedì 4 gennaio 2016

"Ciatu" e solidarietà, voci di Sicilia in concerto il 9 gennaio a Calamonaci


L’arte, la terra, il cuore. Sono gli ingredienti dello spettacolo “Ciatu”, in programma a Calamonaci sabato 9 gennaio, alle ore 21, appuntamento della rassegna "Raffiti" 2015-2016 al teatro “Aldo Nicolaj, organizzata dalla Pro Loco e dal Comune. In scena musicisti, attori, vignettisti, uniti per sostenere il progetto “Oltrevino”, iniziativa solidale nata dalla collaborazione tra le Cantine Barbera e l’Istituto Walden di Menfi (è stato prodotto un vino “generoso”, dal sapore intenso, chiamato in siciliano “Ciatu”, respiro; parte del ricavato della vendita verrà destinata alla creazione di uno sportello riabilitativo per bambini affetti da autismo).

Il 9 gennaio nel teatro di Calamonaci sarà un concerto di emozioni, con musica, parole e immagini con al centro la Sicilia e la sicilianità. In scena il cantautore Ezio Noto con il suo gruppo di Disiu: Mario Vasile, Totò Randazzo, Nanni Cicatello, Nicola Pollina, Libero Reina. Al Nicolaj, le musiche e le canzoni dello stesso Ezio Noto faranno da colonna sonora a un viaggio tra le luci e le ombre della Sicilia, a cui daranno voce Lucia Alessi e Raimondo Moncada. Saranno recitati testi di Ignazio Buttitta, Pippo Fava, Leonardo Sciascia, Giuseppe Tomasi di Lampedusa,  Gesualdo Bufalino, Luigi Pirandello e brani dello stesso Raimondo Moncada (raccolti nel libro Chi nicchi e nacchi). A teatro ci sarà la presenza anche di Sergio Criminisi. Il vignettista della Rai disegnerà sul momento immagini simboliche della serata, ispirandosi alle emozioni che susciterà.

A presentare l’iniziativa “Oltrevino”, all’inizio dello spettacolo, saranno il vicepresidente dell’Istituto Walden Michele Buscemi e Lucia Alessi, promotori del progetto assieme a Marilena Barbera titolare dell’omonima azienda vitivinicola. Lucia Alessi è anche l’autrice delle parole della poesia legata a “Ciatu” a cui ha dato musica l'estro di Ezio Noto. L'insieme si può apprezzare in un bellissimo video di Manuela Laiacona pubblicato sul sito di Repubblica.  


IL VIDEO DI REPUBBLICA 

www.nicchienacchi.blogspot.it